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Qualsiasi viaggio dopo il Corona, ma Italia

Nell’articolo vediamo alcuni luoghi da non perdere in Italia, segnate sulla barra dei preferiti l’articolo, così quando avete un po’ di tempo libero potete visitarlo di nuovo e se capitate da quelle parti ricordarvi cosa vi segnalo, io ci sono stata e sono molto felice di raccontarveli.

Iniziamo dunque con la carrellata, ricordate che l’articolo è in accrescimento quindi continuate ad aggiornare la pagina in futuro per vedere novità e ulteriori dettagli sugli itinerari.


La Spezia

La Spezia è una provincia della regione Liguria in Italia e dà nome al comune più popoloso.

Collocata al confine con la Toscana, La Spezia a sud tocca la provincia di Massa Carrara, inoltre è parzialmente territorio della Lunigiana.

Passeggiata Morin

La passeggiata Morin è uno dei tratti più belli e caratteristici del comune della Spezia.

Affacciata sul golfo della Spezia, la passeggiata Morin ha una vegetazione caratteristica e è scelta da innamorati di tutto il mondo che vorrebbero godersi il fresco sul mare così come dagli abitanti del comune marino che si prendono un momento di pausa dalla vita lavorativa.

In perfetto stile ligure la passeggiata Morin unisce il lavoro alla compagnia, la bellezza alla pratica e seppur di dimensioni contenute non ha nulla da invidiare a altri tratti costieri dedicati ai pedoni, specialmente sul far della sera quando con la complicità del buio rivela lo splendore del golfo nel suo abbraccio libero.

Museo Etnografico Giovanni Podenzana (e il Museo Diocesano)

Intervista

Ho intervistato Giacomo Paolicchi conservatore del museo etnografico “Giovanni Podenzana” (La Spezia).

Al  conservatore responsabile del museo civico etnograficoGiovanni Podenzana” della Spezia dr. Giacomo Paolicchi abbiamo chiesto informazioni e curiosità: location, mostre e altro

Dove si trova il museo etnografico Giovanni Podenzana?

Il Museo Civico Etnografico “Giovanni Podenzana” si trova alla Spezia, in via del Prione 156.

Da quando l’ ex-convento San Bernardino ospita il museo Podenzana e il Diocesano?

I due musei sono stati inaugurati e aperti al pubblico nel 2005.


Come si compone il museo etnografico?

La collezione di etnografia locale del museo è allestita per temi:  la devozione e i culti popolari, la superstizione e le pratiche magicoterapeutiche, le oreficerie di tradizione ligure, gli arredi della casa, gli oggetti di corredo personale, gli utensili per la filatura e la tessitura familiare, il costume tradizionale. 

Il museo vanta anche una sezione di etnografia extraeuropea, non esposta, con oggetti molto rari raggruppati per provenienza geografica.

Infine al Museo Etnografico appartiene la collezione risorgimentale.


Può anticipare qualcosa per le prossime mostre?

Al momento posso dire che tra i prossimi allestimenti temporanei ce ne sarà uno legato all’etnografia extraeuropea.


A chi spetta la gestione della raccolta museale Giovanni Podenzana?

La raccolta di etnografia locale esposta, così come le sezioni di etnografia extraeuropea, del costume e risorgimentale, sono di proprietà del Comune della Spezia e vengono gestite dal Museo Etnografico: dalla direttrice dr.ssa Marzia Ratti e da me che sono il conservatore responsabile.

Cosa offre il museo Podenzana ai visitatori?

Il museo offre una visione generale della vita quotidiana che si viveva in passato nella Lunigiana storica grazie agli oggetti, corredati di pannelli didascalici e approfondimenti su temi ben definiti. Inoltre il museo organizza eventi e conferenze legati ai temi antropologici ed etnografici e allestisce mostre temporanee per la fruizione del materiale solitamente conservato nei depositi.


Sarzana

Fortezza Firmafede

La Fortezza Firmafede è una delle costruzioni risalenti ai tempi antichi che costellano la città di Sarzana in provincia della Spezia.

Oltreché essere un incantevole luogo per il passeggio e più in generale per trascorrere del tempo immersi in un’atmosfera medievale, la fortezza è sede di mostre d’arte.

Le mostre alla Firmafede sono solitamente di grande pregio.

Per farti un’idea puoi vedere di seguito un reportage della mostra monografica sull’artista pop Andy Warhol che si è tenuta nel trimestre invernale 2017-2018 proprio alla fortezza Firmafede.

Una mostra Firmafede

Andy Warhol
Reportage
The Artist known as Banksy

Alla Fortezza Firmafede dal 30 gennaio 2021 al 6 giugno 2021 si tiene una mostra dedicata all’artista contemporaneo Banksy.

La mostra si intitola The Artist Known As Banksy; è evocativa dal titolo che in italiano si traduce L’artista conosciuto come Banksy di una condizione determinante, ovvero il fatto che tutto ciò che sappiamo su questo artista è il suo nome: Banksy, e che è la sua arte immediatamente ciò che ci permette di entrare in relazione con lui artista.

Al di là di tutto e del fatto che prima di giudicare è sempre bene saggiare prima approfonditamente, mi sento di dire che io personalmente rispetto a Banksy, penso che il suo rimanere così serratamente in incognito determina una volontà di dematerializzazione dell’artista a favore dell’arte stessa, dunque per me sarebbe stato molto meglio intitolare The Art Known As Banksy.

Mi tratterrò dallo speculare ulteriormente in merito per evitare l’errore madornale di correre troppo oltre apponendo pensieri a pensieri, però una cosa la scrivo con la nota che non sia interpretata come ulteriore, ma come correlata.

Il vero titolo di questa mostra The Artist eccetera risulta assolutamente vincente e perciò mostra quanto l’opinione pubblica sia legata alla fisicità di una persona per comprendere, in altre parole abbiamo bisogno di uomini per vedere, di punti di riferimento concretamente antropomorfi per capire e incuriosirci, insomma il fascino dell’arte di per sé è più debole del fascino legato all’artista.

Il che non è assolutamente un difetto, ma piuttosto una constatazione su cui riflettere, potrebbe essere un’ottima chiave per aprire la nostra conoscenza all’arte in genere; un approccio alla Storia dell’arte basato sugli artisti può portare a cercare e dunque poi trovare molte opere realizzate da quell’artista, lasciando a una comprensione seconda la complessità dell’interpretazione del periodo storico e del commercio artistico.

In effetti il trend di questo periodo è quello di fare mostre su artisti, nella maggior parte dei casi le più sponsorizzate sono quelle monografiche, ma in ogni caso si parla oggi di arte coi nomi degli artisti.

Il che a mio avviso è del tutto risibile, perciò vedo nella volontà della mano di Banksy di non rivelarsi una critica a questo modo ormai invalso e banale di parlare di arte.

Rispolveriamo la nostra capacità di vedere in maniera aidetica e saremo di certo su una strada feconda.

Mi piacerebbe seguire con più assiduità tutte le mostre interessanti e di pregio che svolgono presso questo luogo, come ad esempio la mostra su Salvador Dalì e Dante in corso fino al 5 febbraio 2023, chissà che io non riesca a farci un salto prima della chiusura.

Fortezza di Sarzanello


Nelle foto che ho realizzato la scorsa estate vediamo la Fortezza come si presenta ai visitatori in un giorno qualsiasi di luglio.

Le mura sono originali e è possibile, guardando con attenzione, individuare diverse strutture.

Ognuna di queste strutture compone il sistema della fortificazione che serviva per tenere al sicuro la popolazione dagli attacchi, specialmente dagli attacchi provenienti dalle popolazioni che stanno a nord del territorio sarzanese.

Fare un giro alla Fortezza di Sarzanello rimette in linea con alcuni istinti che uno ha dimenticato, se uno si prende il tempo di ambientarsi, magari sedendo lungo il percorso dopo aver scattato qualche foto a caso.

Dopo poco che sono arrivata a Sarzanello è subito evidente, mi trovo in un luogo in cui si vede tutto in tutte le direzioni.

Sembra di essere su un’altura, be’ in effetti la fortezza è più in alto rispetto a dove ho lasciato l’auto, ma l’impressione è quella di stare molto più in alto rispetto al vero.

Allora diventa chiaro chesi tratta di una zona strategica tra territori diversi, nella piana del Magra, dove la Toscana ha confine con la Liguria.

Le alte torri circolari con punte a coda di ronine sono bellissime.

Penso, to’ guarda dove è andata a finire tutta la roba che ho letto nei libri di storia, guardo e vedo, riconosco cose, è una soddisfazione che hanno i topi di biblioteca, ogni tanto, mi sento ok con questa impressione.

Poi il desiderio di salire fino lassù, penso, chissà come deve essere guardare da lassù, tra le codi di rondine.

Costruita nell’aspetto attuale da Lorenzo de’ Medici alla fine della guerra di Serezzana, ha vinto i genoani e ha fatto base.

Il posto è interessante e gli serve, per mantenere il territorio sotto la sua ala.

Deve averci speso un bel po’, mi piacerebbe quantificare magari con un paragone in euro.

Però mi piacerebbe di più sapere con le sue parole come avrebbe descritto la soddisfazione di camminare inside, in quelle mura, dopo aver conquistato la bicocca come era prima, aver sconfitto i liguri e aver allungato Firenze fino alla Lunigiana che affaccia sul mare.

Dialogo immaginario con Lorenzo De’ Medici

Chissà che prima o dopo io non vada a chiederglielo, presso la sua tomba nella basilica di San Lorenzo a Firenze.

Un giorno o l’altro andrò là, quando non ci sarà più la zona rossa, e gli bisbiglierò alla lapide, chiedendo a qualche angelo di portare lassù dove sta lui il mio messaggio.

Immagino che poi quando sarò dentro quella basilica, gli parlerò del 1492, dell’anno in cui lui è morto, gli dirò che è stato un anno di svolta, lui è morto ad aprile e di lì a pochi mesi quel pazzo di Colombo, ha scoperto l’America, senza nemmeno saperlo.

Sarebbe troppo difficile spiegargli direttamente il terzo millennio?

Raccontargli qualcosa tipo che ho gli occhiali dentro gli occhi perché ora fanno lenti talmente piccole che stanno a contatto con la cornea?

E poi dirgli che ho una scatoletta con dentro tutto quello che devo avere?

Io credo che lui capirebbe.

Non è mai troppo difficile, quando uno ha il tempo di ascoltare e quando uno sa riconoscere i sentimenti le emozioni.

Gli direi che il problema più grosso oggi è che la gente non ha più quello che ai suoi tempi si chiamava “timore di dio”, che sarebbe collegato all’idea dell’Apocalisse, del giudizio universale, che le azioni non sono più divise in buone e cattive e che il che era ok, fino a poco tempo fa, fino a quando uno per sapere qualcosa doveva applicarsi.

Ragionare con la propria testa esiste ancora e ancora oggi sono tutto sommato pochi quello che lo fanno, che valutano i pro e i contro delle cose, basandosi su un esame di realtà lucido, legato al presente.

Ma che prima, ai suoi tempi e fino a tutto il millennio scorso, chi non sa ragionare con la propria testa, chi non riesce a vedere il bianco nel nero e il nero nel bianco, almeno aveva timore di dio.

E chi era capace di farlo ai suoi tempi era molto più lucido, perché aveva la conoscenza del presente, agiva per il presente, non per un futuro assurdo, magari possibile ma del tutto assurdo in quanto futuro.

Non prendeva decisioni folli, perché aspettava il giorno del Giudizio in cuor suo ogni giorno prima di coricarsi e all’alba prima del canto del gallo.

Gli direi che ora i potenti, non sono più quelli che credono nell’oggi in vista del Giudizio Universale, evento che può accadere in ogni momento, ma sono dei folli, che agiscono in vista del futuro, che prendono decisioni e investono in cose che non hanno la luce della saggezza, ma solo brama di raggiungere una realtà che esiste solo per assurdo, purtroppo.

Poi mi dispiacerebbe andarmene via così, senza nemmeno mandargli in cielo un sorriso, allora gli direi che oltre a tutto, ci sono ancora le persone che sanno voler bene e che sì c’è anche chi vuol esser lieto, d’altra parte del doman non c’è certezza lo sapevi da prima di me, amico caro.

Infine gli direi che la Toscana va forte per un monte di cose, infine che i suoi quadri preferiti li teniamo bene, di non preoccuparsi.

E che le sue poesie le leggiamo ancora almeno ogni tanto.

Cosa dite, glielo dico che Sarzanello è tornata ai genoani o evitiamo?

Appunti di lettura per il viaggio

Ho lasciato indietro un libro durante l’anno scorso, dunque mi sono promessa di leggere nel 2021, magari prima di andare alla basilica fiorentina di San Lorenzo, tanto per mettere tempo tra me e le circostanze e per avere qualcosa a cui pensare nel viaggio.

Si tratta di un testo intitolato Terrafutura scritto da Carlo Petrini.

Il volume uscito a ottobre è edito da un noto quotidiano italiano ed è comparso in edicola, perciò non sarà facile recuperarlo, ma farò del mio meglio.

Sono interessata a leggerlo (e a farlo prima di andare presso San Lorenzo) perché sembra che nel dialogo immaginario con il Magnifico potrei spiegarmi meglio nel discorso di come vanno le cose nel terzo millennio.

Con Terrafutura forse riuscirei a farlo attraverso un sottile e grande interprete di questo periodo storico, ovvero papa Francesco 1°.

Adoperando la visione di questi che dialoga con Carlo Petrini appunto, scrittore di Terrafutura, nonché fondatore di Slow Food e apertamente agnostico.

Quel testo dovrebbe essere un confronto atto alla ricerca di soluzioni sulla catastrofe ecologica.

La risposta alla catastrofe si chiama Ecologia Integrale ed è un vero e proprio approccio alla natura che altrove chiamano nuovo ma che più che nuovo è diverso rispetto a quello attuale, infatti si tratta di riportare l’uomo in relazione con l’universo che lo circonda nei termini di riconoscersi come parte di esso.

Papa Francesco chiama Carlo Petrini un agnostico pio, riconduce la visione di Petrini al suo lessico, alla sua cultura come i grandi guardiani del sapere sanno fare, nominando cose con il loro nome, si rendono creatori di significato e permettono di afferrare qualcosa che resta altrimenti un contenuto esclusivamente aidetico.

Papa Francesco ha iniziato questa creazione di significato già con l’enciclica del 2015 (Laudato sì) e Petrini con Terrafutura sembra ampliare le possibilità di racconto di questa idea che Bergoglio effettivamente propone, la crisi ecologica è anzitutto una crisi spirituale, in altre parole una crisi dei valori, una mancanza rispetto alla pietas.

Bocca di Magra e Fiumaretta

Località affacciate sulla foce del fiume Magra di interesse turistico, paesaggistico e artistico; rispettivamente si trovano sulla Riva ovest ed est del fiume.

Chiacchieratissimo e odiatissimo il recente intervento di cementificazione del piccolo parco di Bocca di Magra, seguito alla altrettanto mal vista potatura al ciocco di cinque alberi molto vecchi che costituivano la zona d’ombra della piccola località marina.

Da marzo 2021 Bocca di Magra ha si potrebbe dire un nuovo volto, imposto forzosamente dalla gestione urbana del territorio.


Luni (o meglio, Città di Luni)

Luni è una frazione del comune di Ameglia in provincia della Spezia.

Territorio con una storia antichissima riserva resti risalenti all’epoca romana abitato originariamente dal popolo dei Liguri, è considerato il cuore dell’Etruria.

Luni dopo un pronunciamento da parte delle alte cariche dello stato prenderà, si può considerare già a partire da marzo 2021, il nome di Città di Luni, affrancandosi da Ortonovo, ovvero dalla località popolata più prossima e in generale da altre denominazioni legate al territorio.

Area archeologica e musiva città di Luna

scavi

Gli scavi romani sono visibili dall’alto grazie a camminamenti in acciaio oppure direttamente alla stessa altezza dello scavo a seconda del sito.

anfiteatro

L’anfiteatro è una delle parti più affascinanti dell’area archeologica di Luni.

Situato a poca distanza dal plesso urbano dell’antica città lunense ricorda seppur in scala ridotta la pianta degli anfiteatri romani più noti come ad esempio il famosissimo anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseo; era infatti uso degli antichi romani costruire un luogo adibito ai giochi circensi nelle città dell’impero.

museo

cavalcavia panoramico

Il cavalcavia panoramico è di recente creazione, inaugurato nel maggio 2019, permette di vedere dall’alto in distanza gli scavi romani.

Accessibile dall’autostrada A12 Genova-Livorno.

Album

Ho fatto qualche foto sulla via che va dal cavalcavia panoramico all’entroterra di Marinella la località adiacente al mare e a Luni; sono stata là e ho trovato una splendida statua dedicata a Carlo Fabbricotti, un imprenditore carrarese che tra l’inizio e la metà del Novecento ha fatto come si dice, star bene molte persone, creando lavoro.

Vediamo di seguito l’album del giro da quelle parti molto vicino a Marinella, nome con cui si designa la località balneare adiacente a Luni e vicino anche a Luni stessa.


Carrara

Carrara è parte integrante della provincia di Massa Carrara, ovvero la provincia che copre tutto il territorio del nord della Toscana; insignito della medaglia d’oro al Merito Civile con decreto del presidente della Repubblica Italiana, infatti durante la seconda guerra mondiale (specialmente nel periodo che va dal settembre 1943 all’aprile 1945, ovvero dalla firma dell’armistizio alla Liberazion) Carrara è stato un centro strategicamente importante situato sulla “Linea Gotica” e fu oggetto di atroci rappresaglie, rastrellamenti e devastanti bombardamenti che provocarono centinaia di vittime civili e feriti e la quasi totale distruzione dell’abitato e delle strutture industriali e commerciali; particolare rilevanza viene data alle donne carrararesi e anche nella motivazione al medaglia d’oro si legge che le donne carraresi offrirono un ammirevole contributo alla lotta di liberazione organizzando una coraggiosa protesta contro l’ordine di occupazione tedesca di sfollamento della città; la popolazione tutta partecipò con generosa determinazione alla lotta partigiana, rendendosi protagonisti di eroici slanci di umana solidarietà verso quanti avevano bisogno di aiuto e prodigandosi, col ritorno alla pace, nella difficile opera di ricostruzione morale e materiale della città.

Il comune di Carrara con la sua forte tradizione di minatori è intrinsecamente legato alle cave di marmo bianco famoso in tutto il mondo.

Geograficamente si evidenzia che la città di Carrara ha un tratto nell’entroterra e un tratto costiero (Carrara e Marina di Carrara) mentre si è soliti chiamare Avenza la frazione che sta nel mezzo tra i monti e il mare di cui segnalo la torre di Castruccio ai cui piedi durante l’estate si sono spesso tenute rappresentazioni liriche di opera; molte frazioni del comune di Carrara inoltre sono montane ovvero si snodano sui versanti delle Alpi Apuane o di quel che ne rimane, infatti il selvaggio saccheggio dei monti, attuato attraverso il soffocamento della città e reso possibile dai nuovi robot del marmo ha già distrutto molta parte delle Apuane andando a intaccare in modo tragico e irreparabile il patrimonio paesaggistico e materiale.

La forte vocazione per l’arte della città di Carrara è di origini antichissime e è una città che proprio perché ha fornito marmo a molte tra le maggiori opere d’arte (architettoniche e scultoree) ha molto dire e da raccontare ai visitatori.

La città di Carrara ha anche una forte tradizione di cultura della lirica, infatti ad esempio proprio il teatro Degli Animosi di cui potete vedere la facciata nel piccolo album che segue un punto di incontro degli Amici della lirica e punto di partenza delle tournée operistiche, oltre che sede della prima di molti spettacoli teatrali di grande valore.

Oltre ad alcune bellissime piazze che elenco di seguito (piazza Alberica, piazza “d’Armi”, piazza Matteotti, piazza Menconi) vi sono alcuni musei unici al mondo, come ad esempio l’Accademia di Belle Arti di Carrara, tra l’altro segnalo una costruzione architettonica di interesse storiografico, il palco della musica, poi il Cap (centro arti plastiche), il museo Carmi e il museo del marmo.

Di seguito vediamo piazza Alberica, poi una foto della facciata dell’Accademia di Belle Arti e alcune foto della facciata in marmo bianco e della piazza antistante il Teatro degli Animosi, quest’ultimo edificio pregevolissimo di cui il ridotto al piano primo è di solito stato luogo di eventi culturali come ad esempio presentazione di libri, conferenze o piccoli concerti; tra gli altri teatri-cinema della città ricordo il teatro Verdi , il Garibaldi e il Manzoni.

Museo Carmi

Nel servizio audio video potete dare attraverso i miei stessi occhi, un’occhiatina al museo Carmi.

Cap, Centro di arti plastiche

Il Centro di Arti Plastiche di Carrara è un museo di arte contemporanea situato in via Canal del Rio 3 A, in un edificio che ha una lunga storia.

Il progetto di recupero del bene è iniziato nel 1999 e l’inaugurazione della sede musiva risale al 2012 la struttura degli antichi monasteri benedettini è ancora ben riconoscibile al di là dell’opera di rinnovo attuata sull’edificio.

Ospita sculture e altre opere d’arte.

Museo del Marmo

Il Museo del Marmo di Carrara permette di farsi un’idea della eterogeneità del marmo delle cave di Carrara e si trova sul viale XX Settembre, l’arteria urbana principale della città.

Santa Lucia

Luogo panoramico della città di Carrara, nel piazzale affacciato sulla vallata sorge una chiesa distrutta durante la Seconda guerra mondiale e poi ricostruita in ricordo delle vicende belliche.

Antistante la chiesetta si trova un piccolo cimitero.

Nonostante il giorno di Santa Lucia sia fissato il 3 dicembre, a Santa Lucia per il favore dalla bella stagione, si celebra il ricordo di Lucia con estensione di una reliquia ogni anno durante la prima domenica del mese di luglio.


Lunigiana

via Francigena

Via Francigena, Franchigena, Francisca o Romea è il nome che si dà a una strada che sarebbe meglio considerare una rotta terrestre con un tratto acquatico, ovvero quello che collega il sud dell’Inghilterra (Canterbury) con Calais (in Normandia).

Misura nella sua interezza tremiladuecentosessantotto chilometri; collega l’Europa settentrionale, centrale e meridionale.

La via Francigena (o Franchigena o Francisca o Romea) più nel particolare collega l’Inghilterra, la Francia, l’Italia e il Vaticano; era percorsa fino alla città vaticana dove si trovano reliquie dell’apostolo Pietro, metà dunque di uno dei tre pellegrinaggi maggiori per la cristianità medievale.

La via Francigena oltre Roma prosegue verso la regione Puglia.

Storicamente percorsa come detto da pellegrini, poi da cavalieri e fanti che si recavano nel sud Italia per accedere come crociati agli imbarchi delle navi dirette in Medio Oriente (es. verso Gerusalemme).

Parte di una rete di percorsi del vecchio Continente noti altrimenti col nome di vie romee.

Comune di Bagnone

Il Comune di Bagnone in provincia di Massa Carrara ha alcuni punti di interesse che vediamo nel seguito, ovvero l’Oratorio di San Rocco nella frazione di Corvarola sulla via Francigena e il MAM (Museo Archivio della Memoria) nel centro cittadino.

Oratorio di San Rocco

L’Oratorio di San Rocco è uno dei molti luoghi di culto in Italia dedicati al santo pellegrino protettore dalla peste.

Questa costruzione in particolare risale al XV secolo come si desume dallo studio dei canoni architettonici e stando ad una corretta interpretazione della scritta sull’architrave che riporta la data 7 maggio 1489.

Situato sulla via Francigena l’Oratorio di San Rocco è presso la frazione di Corvarola nel territorio comunale di Bagnone in provincia di Massa Carrara.

Censito dai Luoghi del Cuore del Fondo Ambiente Italiano necessita di interventi di recupero e ri-funzionalizzazione, puoi leggere ulteriori notizie seguendo l’articolo dedicato.

Solo uno dei siti di interesse sulla Francigena è qui segnalato sul percorso della Francigena su indicazione della nostra redazione di cui partecipanti al comitato volontario per il recupero del bene.

immagini dell’Oratorio San Rocco
Museo Archivio della Memoria

Il MAM a Bagnone è un museo etnografico di cui sottolinea un eventuale interesse artistico culturale per gli appassionati di fotografia storica.

Fortemente legato al territorio in cui sorge e alla sua storia, non solo racconta la vita rurale, ma anche la Seconda guerra mondiale, la resistenza dopo l’armistizio, il dopoguerra e l’emigrazione in cerca di lavoro.

Comune di Pontremoli

Pontremoli è un comune montano della provincia di Massa Carrara.

Borgo fascinoso per il ponticello sul fiume Magra che scorre nel centro cittadino e per le costruzioni in pietra, ha un importante centro culturale dedicato specialmente al ricordo degli eventi di migrazione della popolazione apuo-lunigianense e a fatti della Seconda guerra mondiale.

Museo delle Statue Stele lunigianesi “A. C. Ambrosi”

A Pontremoli il Museo delle Statue Stele lunigianesi “A. C. Ambrosi” dopo la serrata a causa delle misure di restrizione anti-contagio è adesso di nuovo aperto seppur con orario ridotto, ovvero dal lunedì al venerdì dalle ore 11,30 alle ore 15,30.

Per entrare nella parte del suggestivo Castello del Piagnaro (dove si trova il museo) adibita a sede espositiva credo che sia gradita e sicuramente è preferibile la prenotazione, previo contatto telefonico oppure via email.

L’accesso è infatti contingentato, si prevede un massimo di venti visitatori ogni ora e ingressi a gruppi di quattro persone distanziate tra loro socialmente, qualora si tratti di persone non congiunte.

telefono: 0187 831439
posta elettronica: info@statuestele.org

Contatti diretti al Museo Statue Stele

Personalmente trovo che le Statue Stele lunigianesi abbiano un fascino unico al mondo; un fascino che per me ha tutte le caratteristiche della fascinazione provata guardando un temporale.

Infatti di fronte ai fulmini che attraversano verticalmente il cielo, provo una sensazione ibrida tra paura e attrazione e la stessa cosa per le statue stele lunigianesi.

Quelle statue vagamente antropomorfe appartengono alla Preistoria, dunque l’emozione che avverto mi stupisce ma ritengo che sia del tutto comprensibile; si tratta di rappresentazioni artistiche preistoriche, della fine del quarto millennio avanti Cristo, in alcuni casi.

Quelle statue che siano datate all’eneolitico, all’età del ferro o all’età del bronzo sono la testimonianza di una civiltà preistorica vissuta nel territorio lunigianese a partire dal 3° millennio a. C.

Guardandole vedo rassomiglianza talvolta con figure umane femminili, talaltra maschili, interpretando elementi iconografici tipicamente preistorici che ritengo significativi, assoluti e non mediati rispetto all’uso della scrittura.

Le statue sono in pietra arenaria, una pietra porosa di un colore lattiginoso che sembra aver assorbito qualcosa degli uomini avvolti nel silenzio della preistoria che le hanno realizzate e stando ritte ne conservano ad oggi il ricordo lontanissimo.

Le Statue Stele lunigianesi al museo “A.C. Ambrosi” a Pontremoli per la megalitica europea sono -in quanto consistenza dell’esposizione (oltre ottanta statue) e in quanto testimonianza di una civiltà- da considerarsi tra le più importanti al mondo.

Castello del Piagnaro

Il castello del Piagnaro si trova a Pontremoli (MS) in via del Piagnaro; si estende sul lato nord del borgo, sulla via Francigena.

Il torrione principale risale al Quattrocento, ma ha una storia ancora più antica infatti l’edificazione originaria è dell’inizio dell’ XI secolo, periodo in cui si rileva in modo tipico l’incastellamento come tendenza di moda nella penisola italica; costruire strutture murarie difensive entro cui proteggere la popolazione all’epoca è una necessità, a causa delle invasioni e per un fattore politico: da una parte le razzie e la devastazione anche se non sono del tutto scongiurate, sicuramente sono rese molto più difficoltose, contemporaneamente offrire protezione alle persone, al bestiame e ai prodotti agricoli contribuisce al prestigio del signore e crea coesione tra gli abitanti del posto, inoltre rafforza e protegge l’economia locale portando con sé un’ulteriore conseguenza, la creazione o il rinnovo delle infrastrutture viarie di collegamento extra-urbane.

Il castello del Piagnaro in particolare ha come destinazione originaria proprio la difesa delle vie di comunicazione da e verso il tratto tosco-emiliano degli Appennini.

La struttura che comprende il castello e le mura è stata aggiustata varie volte, per ricostruzione e per ampliamento; ad esempio fu parzialmente distrutta a seguito delle lotte dei guelfi e ghibellini contro il Sacro Romano Impero nel secolo XIV; significative ricostruzioni e modifiche sono state realizzate nel corso dei secoli XVI e XVII.

Fa parte dell’Associazione castelli del Ducato di Parma Piacenza Pontremoli.

Il museo delle Statue Stele ha sede in una parte del castello.

Nel comune di Fosdinovo

Castello Malaspina
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Massa

Massa è il comune più popoloso della provincia di Massa Carrara.

Ha diversi siti di interesse tra cui Palazzo Ducale situato nella suggestiva piazza Aranci e di memoria napoleonica, parliamo di seguito del rifugio antiaereo della Martana e del castello Malaspina-Cybo.

Palazzo Ducale

Palazzo Ducale si trova affacciato su piazza Aranci ed è uno dei simboli della città di Massa per la sua storia intrinsecamente intrecciata con quella cittadina; è sede di uffici dell’amministrazione e luogo di mostre e installazioni artistiche.

Martana, rifugio antiaereo

Il rifugio antiaereo della Martana oggi è un luogo dedicato alla memoria degli eventi accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale nella città di Massa.

Oggi adibito a sede storica e disposto per mostre e presentazioni è stato costruito nella montagna per ripararsi dai bombardamenti aerei.

Di grande pregio storico è accessibile dal centro città.

Castello Malaspina-Cybo

Il Castello Malaspina-Cybo è un complesso con una storia evolutiva stratificata.

Le origini documentali collocano la sua fondazione agli inizi dello scorso millennio, si tratta di un incastellamento nella parte più alta della collina massese e è destinato a proteggere i percorsi sottostanti posti nella congiunzione viaria tra Roma e i territori del nord.

Presso il Paul Getty Museum di Los Angeles in California (USA) è conservato un interessante dipinto che documenta il castello presente nel paesaggio di Massa Carrara.

La data di realizzazione dell’olio su tela che potete vedere nell’album sottostante è il 1827.

Realizzato da Leo Von Kleze architetto tedesco versato nella pittura.

Da un punto di vista storico artistico il dipinto al Getty mostra l’attitudine del tedesco Von Kleze per lo studio delle costruzioni antropiche dentro il paesaggio e permette di sottolineare l’importanza del paesaggio che deve essere tutelato al pari dei beni culturali.


Lucca

Nel comune di Forte dei Marmi

Il comune della provincia di Lucca Forte dei Marmi è una località affacciata sul mare, cuore della Versilia ha una forte vocazione per l’arte, tra i centri culturali e museali, vediamo la splendida Villa Bertelli e il Museo Ugo Guidi anche detto Mug.

Villa Bertelli

Mug

MUG è un acronimo che sta per Museo Ugo Guidi.

Il museo si trova a Forte dei Marmi in via Matteo Civitali 33; raccoglie le oltre 500 opere all’artista versiliese Ugo Guidi (Pietrasanta 14 settembre 1912- 10 luglio 1977 Forte dei Marmi) e ospita diverse iniziative di respiro internazionale.

Tra queste il Premio Ugo Guidi che vede una stretta collaborazione con la Accademia di Belle Arti Maxxi di Mosca.

Il mio album Mug

Nella galleria immagini seguente puoi vedere le foto che ho fatto tra le sale del Museo Ugo Guidi.

Chiediamo a Vittorio Guidi, qualcosa a proposito del MUG.

La mia intervista a Vittorio Guidi

In che anno è stato fondato il Museo Ugo Guidi?

Ufficialmente nel 2005 su suggerimento della Regione Toscana e partecipazione del Comune di Forte dei Marmi.

Quando è stata istituito il gruppo Amici del Museo Ugo Guidi e come si può partecipare?

L’associazioneAmici del Museo Ugo Guidi” è una onlus, fondata nel 2007, alla quale si può aderire annualmente partecipando con una quota associativa.

Nel corso degli anni quali sono i principali riconoscimenti che ha ottenuto il Museo?

13 tesi universitarie hanno avuto come soggetto il Museo e l’opera di Ugo Guidi.

Il MUG è stato aperto per due volte in occasione delle “Giornate di Primavera” del FAI; TCI e Lonely Planet l’hanno inserito nelle loro guide.

Le oltre 160 mostre allestite nel Museo testimoniano la vivacità e il dinamismo dello stesso al quale, ogni anno pervengono oltre 100 richieste di Patrocinio per mostre in Italia e all’estero.

Qual è il riconoscimento più significativo per te e per quale motivo?

Molti riconoscimenti e attestati di stima sono stati rivolti al Museo ma l’opera di mio padre è ancora ampiamente sottovalutata e quindi mi auguro che il riconoscimento più significativo debba ancora arrivare.

Quali sono le principali collaborazioni del MUG?

Museo e Associazione hanno avuto collaborazioni o patrocini con:

  • Ministero dei Beni Culturali,
  • Presidente della Repubblica,
  • Presidente del Senato,
  • Presidente della Camera,
  • Presidente del Consiglio,
  • MIUR,
  • Ambasciate di Russia, Polonia, Messico e Venezuela,
  • Regione Toscana,
  • Villa Finaly a Firenze della Chancellerie des Universités de Paris – La Sorbonne, 
  • Università di Pisa,
  • l’Art Institute dell’Università di Nanchino in Cina,
  • Shanghai-Firenze Centro Sino Italiano di Design,
  • 20 Accademie di Belle Arti Italiane,
  • l’Accademia di Mosca,
  • Musei della Fondazione Peccioliper,
  • Istituzioni,
  • ICOM,
  • Amaci,
  • Unitre,
  • Edumusei,
  • Trenitalia,
  • Case della Memoria,
  • MuSa,
  • Soroptimist,
  • Istituto Confucio,
  • Panathlon,
  • Rotary,
  • Fondazione Arkad,
  • Fondazione Vivarelli,
  • Fondacja Polonia Semper Fidelis di Varsavia, 
  • Vox Pelegrina – bibliothèque et archives priveès de la Polonia in Francia,
  • Istituto Coreano di Roma,
  • FAI,
  • Ruskaia Versilia, 
  • Provincia di Lucca,
  • Comune di Forte dei Marmi,
  • Comune di Seravezza,
  • Ambasciata di Russia a Roma,
  • Consolato Onorario della Federazione Russa in Pisa,
  • Centro Russo di Scienze e Cultura Rossotrudnicestvo di Roma,
  • CSAR – Centro Studi sulle Arti della Russia,
  • Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali Università Ca’ Foscari – Venezia,
  • Associazione Italia – Russia di Firenze,
  • Camera di Commercio Italo-Russa – Milano,
  • Fondazione Nazionale Carlo Collodi,
  • Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta,
  • Fondazione Terre Medicee,
  • Fonderia Artistica Mariani. 
  • Istituti Scolastici secondari di primo e secondo grado,
  • Gallerie d’arte e Associazioni culturali.

Quali sono le modalità di prenotazione per visitare il Museo e a quale prossimo evento non possiamo mancare? 

E’ sufficiente visitare il sito del Museo www.ugoguidi.it e inviare una email museougoguidi@gmail.com o telefonare al 3483020538; su Facebook Vittorio Guidi o Museo Ugo Guidi.

Il prossimo evento importante al quale partecipa il Museo sono le Giornate Europee del Patrimonio del MIBACT del 27 settembre 2020 in cui il museo resterà aperto dalle 16 alle 20.

Personalmente credo che nell’ambito del panorama artistico versiliese il Mug porti avanti una linea estetica di cui le opere del Guidi sono un cardine fondamentale. Puoi consigliare a me e ai miei lettori qualche pubblicazione che indaga il rapporto arte-territorio magari con espresso riferimento alla Versilia?

Nel 2014 in occasione del centenario della costituzione del Comune di Forte dei Marmi il Museo ha editato con le sue edizioni “Artisti per Forte 100”, una carrellata su tutti gli artisti che nel secolo hanno frequentato la Versilia e Forte dei Marmi in particolare, curata da me (*Ndr. Vittorio Guidi) e da Lodovico Gierut.

Può ancora oggi essere un’occasione di approfondimento.


Nel comune di Seravezza

Palazzo Mediceo

La costruzione di palazzo Mediceo a Seravezza risale al secolo XVI, per la precisione è realizzato tra il 1561 e il 1565 da Cosimo 1° granduca di Toscana, lo stesso personaggio storico il cui ritratto compare a mezzo busto sulla facciata del magnifico palazzo della Carovana in piazza dei Cavalieri a Pisa.

Il palazzo è parte di un complesso costituito, oltreché parco piuttosto ampio che lo circonda su tre lati, da una costruzione originariamente adibita a Scuderia e altro.

I caratteri architettonici semplici e pratici lo rendono di una bellezza particolare oltreché rivelano la funzione originaria di residenza medicea di appoggio in Seravezza, in altri termini un luogo dove sostare temporaneamente, durante le visite alle cave del Piastraio a Stazzema.

Le cave stazzemesi citate furono state aperte proprio durante la reggenza di Cosimo 1° Medici, mentre l’escavazione del Monte Altissimo in continuità con l’opera e le indicazioni di Michelangelo Buonarroti artista che si servi largamente del marmo di Seravezza e che frequentò per un buon periodo le maestranze del marmo locali; celebre in ricordo il cosiddetto occhio di Michelangelo nella non lontana Cappella di Azzano.

Le cave nel monte Altissimo furono realizzate durante la reggenza di Francesco 1° e successivamente di Ferdinando 1°.

In quel periodo il Complesso Mediceo di Seravezza rimase punto di riferimento per la famiglia Medici; il palazzo fu abitato a lungo dalla granduchessa Maria Cristina di Asburgo Lorena.

Il palazzo mediceo a Seravezza oggi è parte del patrimonio mondiale Unesco.

Incluso nella lista il 23 giugno 2013 durante il 37° meeting del Patrimonio dell’Umanità risulta come sito seriale delle ville e giardini medicei della Toscana come tra gli altri ad esempio la villa medici di Fiesole (FI).

La caratteristica frazione di Azzano

Azzano è una frazione montana del Comune di Seravezza.

Si trova a 452 metri s.l.m. immersa nel verde la frazione di Azzano offre un panorama unico al mondo per la suggestiva dualità che si potrebbe descrivere come la danza di un ballerino o come un abbraccio libero.

Affacciato sui monti costellati dalle cave di pietra e da ravaneti, lascia in alcuni punti intravedere in lontananza il mare che brilla in uno spicchio di cielo a forma di “V” tra montagne ripide e severe.

Tra le altre frazioni che si incontrano sulla strada di Azzano, il borgo più alto del seravezzino, incontriamo altre frazioni, come ad esempio Basati, Giustagnana, Fabbiano, Minazzana.

Le località segnano come delle tappe sulla strada a tornanti; Azzano attende i visitatori sulla cima, per così dire accogliendoli con la Cappella una cattedrale in marmo bianco risalente agli inizi dello scorso millennio.

La Cappella di Azzano

Nel comune di Stazzema

Stazzema è un comune montano della provincia di Lucca composto da diciassette frazioni sparse.

Fa parte della provincia di Lucca e è considerato territorio dell’Alta Versilia seppur non abbia sbocchi al mare.

Sant’Anna

Si ricorda la frazione di Sant’Anna per il tragico eccidio, un crimine avvenuto come atto terroristico tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale il 12 agosto 1944 con l’intento criminoso di annientare e il morale dei civili, soggiogare la popolazione e piegarla per mezzo del terrore in modo da interrompere i collegamenti con le formazioni partigiane.

Centro sperimentale di arte contemporanea

Il Centro Sperimentale di Arte Contemporanea è in fase di realizzazione; si trova in una delle frazioni dello stazzemese in provincia di Lucca, ha l’obiettivo di ospitare artisti con campus e creare spazi di scambio artistico per l’arte e il recupero del contatto con la natura.

  • ph. Elettra Nicodemi all rights reserved
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Nel comune di Careggine

Isola Santa

A Isola Santa c’è un laghetto artificiale che è un amore a patto che uno non tema l’umido, il lago è davvero carino.

La prima impressione è di sorpresa, per il fatto che appare improvvisamente, scendendo per il sentiero che porta al piccolissimo centro abitato.

Mi sono trovata di fronte al lago incorniciato dai monti della Garfagnana e allora mi sono inoltrato lungo le rive e ho scorto delle rovine che affiorano, le stesse in alcuni punti si intravedono sotto il livello dell’acqua, allora ho detto, Wow.

Il lago è suggestivo, così come credo che la vegetazione rigogliosa e mediterranea sia foriera di pace nel complesso, allora con questa impressione in testa mi sono informata sul perché si chiama così, Isola Santa, quel luogo, sempre che un perché si riesca a decidere come spiegazione.

Dunque ho scoperto che quel luogo prima che fosse costruita la diga e di conseguenza prima che una parte delle case fosse sommersa dall’acqua, era un luogo di sosta per i pellegrini viandanti che percorrevano il cammino tra la Garfagnana e la Versilia, una parte del percorso fitto di cime irte e silenziose, l’altra affacciato al mare come tipico in Toscana settentrionale.

Da Isola Santa si diramano tre sentieri per tre diverse cime o lì confluiscono, dir si voglia, in ogni caso le tre cime sono il Corchia, il Freddone e il Penna di Sumbra, allora penso che da quelle parti in effetti dovevano capire tutti quelli viaggiavano su quel tratto.

Santo, al femminile nel nostro caso, è un aggettivo che si conferisce a qualcosa (o a qualcuno) che è per così dire intoccabile, nel senso di inviolabile in qualsiasi caso, in altre parole una cosa o una persona protetta da un patto; qualcosa (o qualcuno) in cui si produce un accordo, per questo è qualcosa protetta da una sanzione, qualcosa stabilita come inviolabile in qualsiasi caso, e anche -credo per traslazione in quanto inviolata- sacra, ovvero vicino alla divinità.

Insomma per il fatto che da lì si passava, per amore o per forza, allora quella tappa obbligata doveva restare anche nella mente e nel ricordo degli avventurieri, un luogo santo.

Per questo credo che essendo un posto buono dove fermarsi lungo il cammino scosceso, fosse detto già all’epoca del 1° millennio d.C. Isola Santa, comunque è bene fare attenzione a non inoltrarsi troppo sulle rive perché sono scivolose e di certo possono essere insidiose.

La diga serve per la vicina centrale idroelettrica ed è alimentata da un torrente, il Turrite Secca; credo la svuotino ogni tanto, allora in quel caso credo che, analogamente a Vagli, altra città sommersa da una diga, uno poi possa andare a fare due passetti tra le rovine fangose della parte sommersa dell’antica città Isola Santa oggi frazione del Comune di Careggine in provincia di Lucca in Toscana.

Dalla gita a Isola Santa porto con me, la meraviglia delle pietre affioranti e quella di intravedere le rovine sommerse e la riflessione su quali siano i miei luoghi santi, con la speranza che l’accresciuta consapevolezza sulla mia tappa obbligata, permetta di condividerla con maggior efficacia, anche se questo eccezionalmente significasse renderla privata a qualcuno.

Careggine

Il borgo di Careggine si trova sul lato est delle Alpi Apuane, è un comune della provincia di Lucca.

Immerso nella quiete della natura conserva edifici e mura antiche e la caratteristica Pieve di San Pietro, una delle più antiche della Garfagnana, infatti la sua fondazione originaria è fatta risalire al longobardo Pertuald, risale al VII-VIII secolo.

I rifacimenti barocchi e prima quelli rinascimentali hanno reso irriconoscibili i tratti del primo millennio, tuttavia la struttura architettonica è davvero molto pregevole e decisamente affascinante nel contesto della piccola piazza a cui affaccia il portone di ingresso.

L’edificio è stato consolidato anche il secolo scorso, precisamente nel 1923, lavoro durante il quale è stato trovato un sarcofago sulla cui lastra in pietra in cui sono incise, probabilmente in epoca altomedievale, due figure umane armate, un uomo con una lancia e una donna con una spada; il bassorilievo si trova ora nel lato esterno dell’imponente campanile.

All’interno alcune opere d’arte: una statua attribuita a uno dei Civitali, rappresentate Sant’Antonio Abate, e un quadro, un Ultima Cena.

Oltre alla quiete, alla Pieve di San Pietro e alle mura, ho apprezzato inoltre una fontana antica e alcuni monumenti nei pressi del municipio.

Nel comune di Pietrasanta

Il comune di Pietrasanta si trova in provincia di Lucca e ha diversi luoghi da vedere, siamo stati a visitare la casa natale di Giosué Carducci la scorsa estate (2020), di seguito trovate il mio album di foto e qualche informazione sul poeta premio Nobel per la Letteratura nel 1906 e sulla sua casa, inserita nell’elenco delle dimore storiche.

Casa natale Giosuè Carducci


Vagli di sotto

Sono stata a Vagli di sotto, la località famosa per la diga della centrale idroelettrica, durante il febbraio 2021, credo che oltre all’umido pungente mi ha colpito lo stato che si potrebbe dire “di sospensione nel tempo” che ho trovato là, in un purtroppo raro momento cosiddetto di zona Gialla in riferimento alle ordinanze anti-spostamento; ho trovato un raro momento di serenità, una serenità cava.

A Vagli la nostalgia è l’emozione dominante, pulsa come un pezzo di uranio impoverito in una centrale nucleare, la puoi sentire uscire dal lago e irradiarsi per un chilometro tutt’intorno.

La nostalgia, per qualsiasi luogo, vera e viva come un pezzo di carne su un bancone, là esiste, al di là del tempo e al di qua del mare.

Nel comune di Minucciano

Lago di Gramolazzo

Il lago di Gramolazzo si trova nelle Alpi Apuane, la catena montuosa fatta di prezioso marmo bianco e purtroppo in via di rapida distruzione a causa di politiche internazionali poco attente e della gestione privata totalmente contraria alle indicazioni costituzionali di attenzione ai beni paesaggistici del territorio.

Il laghetto misura circa 3,8 milioni di metri cubi d’acqua dolce per una superficie di un chilometro quadrato; è di origine artificiale e esiste dalla seconda metà del Novecento.

Ha come gemello il lago di Vagli, entrambi creati per l’utilizzazione idroelettrica deI fiume Serchio che è dunque sia suo immissario che suo emissario.

Luogo di villeggiatura e di interesse per le escursioni in canoa, è meta di piccoli raduni di imbarcazioni a vela tipo regate amichevoli classe Optimist.

Tra le opere di interesse artistico, trovo particolarmente significativa una statua in ricordo delle truppe degli Alpini e dei Marinai di Italia, infatti il lago di Gramolazzo, immerso nelle Alpi Apuane, unisce di per sé queste due realtà, quella legata alla Nautica e quella legata dell’Alpinismo e trovo importante legarsi almeno per un momento non solo al ricordo dei caduti nelle guerre e del loro sacrificio, sia per gli uni che per gli altri, ma anche al loro impegno al giorno d’oggi.


Si ringrazia dott. Giacomo Paolicchi, l’intervista presente nell’articolo è stata realizzata nel 2018; grazie sinceramente anche a Vittorio Guidi per l’intervista sul Museo Ugo Guidi che mi ha cortesemente rilasciato nel 2020.


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Tutte le immagini fotografiche contenute nell’articolo sono realizzate da Elettra Nicodemi, si prega di prendere contatti per ogni eventuale richiesta, i diritti infatti sono riservati.

Articolo in aggiornamento.

di Elettra Nicodemi

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