Le opere pittoriche Deanna Borchi raffigurano delle barche a vela in movimento sul mare, perciò sono chiamate comunemente marine. Alcune volte nel dipinto si riconoscono tratti costieri dove sono presenti donne rivolte di spalle, perciò si parla del “tema dell’attesa” come di un soggetto che spesso accompagna le marine Deanna Borchi, tuttavia in molti casi le barche sono lontane da costruzioni antropiche, si potrebbe dire in mare aperto. Nel periodo artistico più recente la forma delle barche a vela è accennata o solo riconoscibile e si nota una fusione del paesaggio con le barche che prima era solo in nuce. La pittrice fiorentina Deanna Borchi ha iniziato la sua carriera artistica nel 1970 incuriosita dalla pittura informale, ha formato la sua visione artistica credendo che la pittura debba rispondere ad una visione interiore e non debba essere una mera riproduzione di quanto si vede realmente, cosa tipica del Romanticismo una corrente artistica sviluppatasi nel corso del XIX secolo. Le sue marine per lo più dipingono dunque barche a vela leggermente astratte e non da ultimo colorate vivacemente; le vele colorate sono di solito gonfiate dal vento e non sono mai solitarie, ma appaiono in flotta. Deanna coniuga questi diversi elementi, l’appoggio romantico, la pluralità delle barche, il colore delle vele, l’elemento paesaggistico e talvolta la presenza di figure femminili in una felice interpretazione del sentimento dell’andare per mare o per meglio dire la volontà di scoperta. La brama di lasciare la terra ferma in cerca dell’ignoto o il desiderio di liberarsi dalle costrizioni e ristrettezze della vita urbana

accompagna l’uomo da sempre costituendo la barca come elemento salvifico e portatore di gioia e speranza. Guardando le marine Borchi il pensiero si rivolge a questa pulsione che la gente di mare ben conosce e che tutti gli Icaro hanno provato almeno una volta nella vita. Le donne dunque nei quadri Deanna Borchi, con il loro apparire di spalle e con la caratteristica dei capelli lunghi da sempre simbolo di pazienza oltreché di femminilità, ricordano quanto si lascia andando per mare, allontanandosi dalla vita cittadina e incarnando la attesa che le donne dei marinai da sempre provano perché costrette a separarsi dalle persone care.
Elettra Nicodemi
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