Storia dell'Arte

The Wallace Collection, Elio, Ippocrate, un dipinto

Palazzo Hertford house, The Wallace Collection, esterno, foto di Anthony O’Neil

La collezione Wallace (The Wallace Collection) è un museo nazionale che propone le magnifiche opere d’arte acquistate nel diciottesimo e diciannovesimo secolo dai marchesi di Hertford e in particolare da sir Richard Wallace. Si tratta di un lascito alla nazione risalente al 1897, della vedova di sir Richard: lady Wallace.

In mostra alla Hertford House, una delle proprietà della nobile famiglia a Londra durante il diciannovesimo secolo, la collezione Wallace presenta la sua sensazionale raccolta in un modo che è insieme sontuoso e avvicinabile, parte essenziale del suo fascino,

Palazzo Hertford house, The wallace collection, interno, scalinata, foto di M.chohan

La collezione Wallace si trova in Manchester square, in centro a Londra, a pochi minuti a piedi da Oxford street, Baker street e Marylebone village; è aperta dalle ore 10,00 alle 17,00, anche per le feste comandate a parte dal 24 al 26 dicembre.

Al momento sono chiusi a causa dell’emergenza sanitaria Corona Virus, come si legge dal comunicato del diciotto c.m. sul loro sito, la Wallace Collection ha preso la sofferta decisione di chiudere con effetto immediato al pubblico per salvaguardare la sicurezza dei propri visitatori e del proprio personale.

Nel rinnovare il mio dispiacere per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ritengo opportuno complimentarmi per queste misure anti covid-19, credo si tratti di una saggia decisione, quindi di rivolgere i miei migliori auguri a tutto il popolo inglese per questa pestilenza che riguarda tutti noi.

Detto questo, lasciate che vi parli in particolare di un quadro che si trova alla Wallace e che ritengo sia di particolare interesse, per il soggetto in sé, un ritratto di famiglia di Luigi xiv con Madame De Ventadour, un olio su tela del millesettecentodieci. L’ho ritrovato sfogliando un libro di Philippe Daverio che ho in casa.

Il libro in questione si chiama il Museo Immaginato ed è una pubblicazione Rizzoli del 2011, stavo cercando questo dipinto in particolare per aggiungere qualcosa all’uscita della Rubrica sulla Fontana dei mesi di Torino, infatti in una delle scorse edizioni di quella rubrica ho approfondito sul mito di Fetonte per il fatto che si trovano riferimenti in merito al luogo in cui sorge la Fontana del Ceppi a Torino e sembrerebbe secondo alcune voci che questa fontana sorga nel luogo in cui Fetonte cascò, dopo che il padre Elio ha tragicamente riparato alla bravata del figlio scagliando contro il carro un fulmine nel punto in cui i quattro cavalli erano legati, infatti Fetonte aveva sottratto al padre, senza permesso il suo carro a cui è legato il Sole e presosi paura per la molta altezza così come per la difficoltà di governare gli splendidi cavalli del padre e per la portata del carico, saliva e scendeva in cielo in modo da arrostire le genti o allontanandosi troppo dalla terra. Insomma Fetonte non governava bene e il padre Elio per il bene di tutti si decise per la soluzione più dolorosa, pietosamente fermò il carro correndo il rischio che il figlio morisse ma senza poter fare altrimenti per fermarlo.

I miei più cari lettori ricorderanno questa uscita apparsa su iltorinese.it e di prossima pubblicazione su Inside The Staircase e è a loro, così come a tutti i miei nuovi lettori che voglio indicare qualcosa alle spalle della famiglia reale che Philippe Daverio mirabilmente descrive, non credo che si possa fare meglio, lui scrive –Luigi xiv si fa ritrarre con tutti i discendenti. Lui, il Re Sole, Louis le Grand, seduto, sullo sfondo le statue del padre (si fa per dire) Luigi xiii– credo che la allusione in parentesi sia da comprendere nel senso che Luigi xiii morì quando il figlio Luigi xiv era ancora molto piccolo e dunque la reggenza fu sì assunta dal piccolo, ma si trattò fino agli anni ’60 del ‘600 di una co-reggenza con la madre e il cardinale di turno, comunque Philippe continua- e del nonno Enrico iv, in piedi appoggiato alla regale poltrona Louis Le Grand Dauphin, poi il figlio di questi, Luigi il principe di Bretagna, vestito da bambina e tenuto al guinzaglio dalla duchessa di Ventadour, governatore dei bimbi reali.

Lo storico dell’arte di origini alsaziane amatissimo e famosissimo in Italia per le sue molte iniziative di divulgazione e per i suoi programmi televisivi, poi continua nel testo del 2011 raccontando sulla storia del quadro o si potrebbe dire sulla storia della famiglia del Re Sole (la distinzione a mio avviso diventa labile come di solito accade nei bei ritratti), dicendo che quest’opera pittorica di Nicolas De Largillière non portò bene, per il fatto che, quoto di nuovo Philippe Daverio il “Grand Dauphin muore nel 1711 un anno dopo aver posato per il dipinto” e perché, in breve, morirono anche Luigi duca di Borgogna che abbiamo visto in piedi alla sinistra del Re Sole e il figlio, ovvero il piccolo con le bretelle; di morbillo.

Questo quadro a me interessa qui per tre motivi, uno avevo intenzione di incicciottire questo vecchio articolo sul museo londinese e lui – il quadro- si trova alla The Wallace Collection, come abbiamo visto al momento chiusa come misura precauzionale contro il contagio da covid-19 -a proposito, curiosamente, ho letto sull’enciclopedia che questo virus si chiama “corona” perché fa parte di un genere che ha delle proteine esterne al capside le quali allo sguardo del microscopio ottico formano un effetto simile a quello della corona solare-, poi perché come dicevo credo che il dipinto sia assolutamente valorizzabile per il quadro che è un meta-quadro cioè un quadro all’interno del quadro, posto alle spalle della famiglia regale e che a mio avviso ritrae Elio mentre conduce i quattro destrieri del suo carro e infine per un altro motivo ancora: io ritengo che possa essere interessante in questo periodo in cui la sanità e in particolare i medici sono al centro dell’attenzione.

Alle spalle del Re Sole, sulla destra, tra le statue che P. Daverio ricorda nella sua descrizione con la locuzione “le statue del nonno Enrico iv”, vediamo un mezzo busto posto su una mezza colonna. Questo mezzo busto a mio avviso è un ritratto di Ippocrate, le fonti lo descrivono per alcuni tratti somatici che io riconosco nel volto della statua; in più sulla colonna si legge il simbolo della medicina, attualmente simbolo dell’Ordine dei Medici, il che sarebbe un indizio a favore di questa tesi.

Il punto è che mi auguro una cosa, cioè che guardare in viso l’uomo a cui tanti ora in difficoltà hanno giurato al termine dei loro studi, sia per loro, angeli, fonte di ispirazione e forza in un momento così duro. A tutti i miei nuovi lettori, i migliori auguri da Inside The Staircase.

Un grazie particolare ad Anthony O’Neil, fa sempre piacere incrociare persone carine online.

Licenza Creative Commons

di Elettra Nicodemi

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