Storia dell'Arte

Carracci, Pietro da Cortona, Guido Reni

Annibale Carracci, Pietà, 1598-1600, Museo di Capodimonte, Napoli

Quella fondata da Ludovico Carracci (Bologna/1555-1619) insieme ai cugini Annibale e Agostino è solo una delle tante scuole di pittura sorte nel XVI secolo a seguito della tendenza per le Accademie di pittura inaugurata dal da Vinci e dal Vasari.

Dei tre Carracci è possibile riconoscere tratti distintivi e notare come la loro scuola si muova nel verso delle indicazioni sorte in seno alla Controriforma.

Annibale (Bologna 1560-1609 Roma) è il più mobile dei tre, si sposta volentieri dalla loro bella Bologna per recarsi a Roma dove è chiamato a dipingere palazzi su commissione papale e dove, di lì a pochi anni lavorerà il grande Pietro da Cortona (Cortona 1596 – 1669 Roma).

Guido Reni frequenta il solito ambiente culturale e anche lui dipinge per lo Stato Pontificio; i suoi capolavori tengono insieme gli stili del Caravaggio e dei Carracci.

Ludovico Carracci, Annunciazione, 1584, olio su tela, dim. 1,83 x 2,21 m, Bologna, Pinacoteca nazionale

La Accademia dei Carracci, pittori bolognesi della seconda metà del Cinquecento, risale al 1585. Ludovico la fonda a Bologna con la collaborazione dei cugini Annibale (1560-1609) e Agostino (1557-1602). All’epoca l’influsso culturale imposto dalla Controriforma è molto forte, tanto che si credeva che le pitture dovessero riuscire sullo spettatore in un effetto guidato, tale da persuadere il popolo, ad abbracciare la religione. All’epoca si credeva che le immagini penetrassero con molta maggior violenza delle parole,

perciò era bene fare attenzione che non fossero di per sé cruente, ma che avvicinassero al divino senza spaventare; in particolare Ludovico Carracci è assolutamente originale e “alla moda” studia infatti le novità derivata dalle diverse scuole fiorenti, in varie parti d’Italia, sin della metà del XV secolo; Ludovico mescola influssi della pittura toscana, romana, parmense e spoglia le sue tele dal Manierismo.

Per riuscire a comunicare con i suoi contemporanei, con il popolo delle città specialmente, realizza scene a contenuto sacro, evitando la crudezza e ricercando la semplicità.

Agostino è il più teatrale dei tre Carracci, cerca le diagonali delle tele. Le sue figure sono sospese nell’atto che stanno compiendo, così che la scena sembra scorrere sulla tela.

Annibale di cui in copertina la Pietà dipinge specialmente fuori da Bologna; chiamato a Roma per la galleria di palazzo Farnese guarda al mito classico, attualizzandolo in vista di un insegnamento morale.

Pietro da Cortona (propriamente Pietro Berrettini) si porta dietro i nomi dei magnifici Francesco Borromini e Gian Lorenzo Bernini suoi contemporanei; loro tre furono i grandi architetti del Barocco romano.

Pietro da Cortona, Incontro tra Esaù e Giacobbe, frs. 1655 , olio su tela, dim. 60 x 90,5 cm, San Pietroburgo, Hermitage

In poche parole Pietro da Cortona nasce a Cortona (in provincia di Arezzo) nel 1596 e scompare a Roma nel 1669; le sue decorazioni creano uno stile, il “cortonismo” che -dove trova terreno fertile, cioè a Roma- ha influssi fino a metà Settecento; Pietro dilata le pareti e sfonda i soffitti, apre le volte attraverso affreschi che svelano delle visioni paradisiache.

Infine Guido Reni (1575-1642), anche lui bolognese. Reni è modello di perfezione classica non solo in Italia, ma anche in Francia per più di un secolo dopo la sua morte. La sua è una vera e propria via per la pittura, intermedia tra i poli di fine Cinquecento i Carracci e Caravaggio, infatti Guido Reni attorno al 1600 si trova a Roma città dove ha modo di avvicinarsi alle opere di Annibale e a quelle di Michelangelo Merisi da Caravaggio.

Il Domenichino (Bologna 1581-1641 Napoli) e il Guercino (Cento 1591-1666 Bologna) sono gli artisti più vicini a Guido Reni.

Guido Reni, San Sebastiano, 1617-1619, olio su tela, dim 1,70 x 1,33 m, Madrid, Museo del Prado

Articolo in aggiornamento.

di Elettra Nicodemi

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