Storia dell'Arte

Zurbarán, Murillo, Velázquez ovvero il Barocco spagnolo

Jusepe de Ribera (Xàtiva, 17 febbraio 1591 – Napoli, 2 settembre 1652) il quarto tra i grandissimi del Barocco spagnolo.

Particolare di Diego Velázquez, Las meninas, 1656, olio su tela, dim. 3,18 x 2,76 m, Madrid, Museo del Prado

Zurbarán, Murillo, Velázquez sono i pittori più produttivi del Barocco spagnolo di cui contribuiscono alla definizione dei tratti distintivi la mobilità degli artisti che si recano nella penisola italiana per studiare l’arte dell’epoca e l’influsso della corona spagnola che ha precise necessità di comunicazione; il sivigliano Diego Velázquez è scelto come pittore ufficiale della corte, mentre Bartolomé Esteban Murillo e Francisco Zurbarán si specializzano in dipinti a carattere sacro.

Elettra Nicodemi

ENGLISH VERSION AT THE BOTTOM. Siamo ancora una volta nel Seicento, epoca barocca, questa volta in Spagna dove Velázquez (Siviglia 6 giugno 1559 – 6 agosto 1660 Madrid), Zurbarán (1598-1664) e Bartolomé Esteban Murillo (1618-82) sono i più grandi.
La città capitale di tutti i movimenti dell’epoca è naturalmente Madrid, ma Siviglia ottiene un primato particolare. Città natale di Velàzques è presa dal concittadino Zurbarán quando Velàzques lascia la piazza per la corte di Madrid. E ancora è a Siviglia che Murillo dipinge molte opere giovanili,

Diego Velázquez, Filippo IV di Spagna in marrone e argento, 1631-31, olio su tela, dim. 1,95 x 1,10 m, Londra, National Gallery

All’epoca del Barocco specialmente in Spagna si sono registrati molti cambiamenti nell’assetto politico, la guerra dei Trent’anni (1618-48) consolida la contrapposizione religiosa e politica tra l’impero degli Asburgo e la Francia e sempre nel Seicento gli Asburgo riconoscono loro malgrado l’autonomia delle Province unite del Nord e dei Paesi Bassi fiorentissimi per il commercio navale intercontinentale e per la produzione degli stracci. L’impero spagnolo è tuttavia vastissimo e si avvale dell’arte per fortificare la sua immagine specialmente in Europa, così userà avvalersi di pittori di corte -ritrattisti-, oltreché di artisti specializzati nella decorazione dei palazzi.

Il Seicento propone – leggi Baroccouna frattura nell’arte; in gran parte basata sull’influenza del cinquecentesco Merisi (Caravaggio) e in altra considerevole parte dovuta alla risonanza del Vasari che nel 1563 a Firenze fonda la prima Accademia del disegno o altrimenti a causa dell’ancora una volta cinquecentesco Trattato sulla pittura di Leonardo da Vinci in cui si legge,

“che la pittura è una scienza basata sul disegno, che è il fondamento di tutti i saperi che procedono -per le mattematiche dimostrazioni e si basano sull’esperienza senza la quale nulla dà di sé certezza-. [Il nuova concetto del dipingere] propone che la pittura venga inserita tra le arti liberali, perché collocandola tra le arti meccaniche se ne mette in ombra l’aspetto fondamentale quello teorico”.

Leonardo Da Vinci

La nuova concezione dell’artista pittore permette di considerare l’artista come un intellettuale e non più come un artigiano.

B. Esteban Murillo, Ragazzi con meloni e grappoli d’uva, 1645- 1655 circa oppure 1665-1675, collezione privata

La pittura diventa un affar serio che si concentra specialmente a Roma e a Napoli dove il da Merisi ha lasciato una vera e propria eredità. Così giungono nella penisola pittori fiamminghi, olandesi, francesi. Studiano il Caravaggio, ne beneficiano, interpretano con la cultura di appartenenza e diffondono in tutta Europa la pittura caravaggista. Tra questi studiosi del Caravaggio Jusepe de Ribera (Xàtiva, 17 febbraio 1591 – Napoli, 2 settembre 1652) il quarto tra i grandissimi del Barocco spagnolo, a sua volta influenza di Bartolomé Esteban Murillo specialmente per la spinta al naturalismo, anche se Murillo (Siviglia, 1 gennaio 1618 – 3 aprile 1682 Siviglia) specializzatosi in dipinti a carattere sacro guarda, nel corso della sua carriera, a Raffaello.

B. Esteban Murillo, Madonna con Bambino, ca 1650-1655, olio su tela, 1,57 × 1,07 m, Firenze, Palazzo Pitti

Francisco de Zurbarán (Fuente de Cantos, 7 novembre 1598 – 27 agosto 1664 Madrid) lavora su commissione ecclesiastica ed è considerato il più maturo interprete dell’ideologia controriformista, i suoi personaggi sono al centro della scena, vivide, dipinte con cromatismi fiamminghi. L’atmosfera nelle pitture di Zurbarán ricerca il contemplativo, senza nulla togliere alla solida attenzione ai particolari del quadro.

Estremamente prolifico è un pittore di successo per le novità nelle soluzioni pittoriche per esempio il suo Cristo crocefisso, considerato il suo primo capolavoro, è studiato per i particolari del legno della croce e per la postura dei piedi affiancati, anziché incrociati e si studia in generale in relazione ai crocefissi di Francisco Pacheco del Río (Sanlúcar de Barrameda, 3 novembre 1564 –1654 Siviglia) maestro di Velázquez .


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