Storia dell'Arte

Baroque means multifocality and “teather into painting”

Barocco vuol dire multifocalità e “teatro in pittura”

Pietro da Cortona, Ratto delle Sabine, 1629-30, olio su tela, dim. 2,80 x 4,26 m, Roma, Pinacoteca capitolina

I protagonisti del Barocco sono messi a cassetta da Pietro da Cortona (Pietro Berrettini, Cortona Arezzo 1596 – 1669 Roma), Andrea Pozzo (Trento 1642- 1709 Vienna), Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia (Genova 1639 – 1709 Roma), oltreché naturalmente Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – 1680 Roma) architetto, scultore e anche eccellente pittore.

Gli artisti del Barocco sono commessi dal papa Urbano VIII Barberini (1623-44), da Innocenzo X Pamphili (1644-1655) e da Alessandro VII Chigi (1655-67)

Il Barocco è uno stile di rottura. Cambia la gestione dello spazio scenico e il quadro -olio su tela o affresco- si dipana. Non più scorcio di una scena più ampia, ma tutta la scena. Del passato rimane la volontà di cogliere un momento preciso nel corso di un evento, ma l’inquadratura è più ampia e i protagonisti sono incredibilmente tanti. Un’opera del Barocco ha bisogno di più tempo da guardare, è teatro in pittura

Elettra Nicodemi
Pietro da Cortona, Età dell’argento, 1637, affresco Palazzo Pitti, sala della Stufa

Anni 30 del Seicento, siamo nel Barocco. La chiesa ha incassato la riforma luterana del secolo precedente; in generale l’uomo è ora di nuovo al centro della scena, è protagonista ma in uno scenario molto più articolato rispetto a quanto avvenuto con la spinta del quattrocentesco umanesimo.

Il Seicento è il secolo di Galileo che scrive il Nuncius Sidereus grazie alle novità tecnologiche nel campo dell’ottica e naturalmente di Keplero altro scienziato che studia le orbite dei pianeti. Un periodo in cui ferve la curiosità per le nuove terre, in cui si inizia a costituire la concezione di sé stessi in un ambito mondiale, universale. L’individuo con la Riforma ha ottenuto di potersi pensare sostenuto nella sua emotività singola, infatti la frattura operata dalla riforma ha come esito la possibilità di rinnovare la spiritualità,

Pietro da Cortona, Martirio di san Lorenzo, 1643, olio su tela, dim. 2,51 x 2,66 m, Firenze, Chiesa dei santi Michele e Gaetano, Cappella Franceschi (a sinistra)

legando il pensiero del singolo individuo al messaggio originale biblico e riportando il rapporto, quello tra l’uomo e l’insegnamento culturale al centro dell’interesse.

Gesù non esiste più soltanto come latore di un messaggio da intendersi ontologicamente, ma come voce che sostiene e accompagna il singolo nel presente della quotidianità. Gli uomini si sentono individui cioè detentori di un’unicità ed è all’individuo che l’artista barocco comunica;gli artisti del Barocco sono commessi dal papa Urbano VIII Barberini (1623-44), da Innocenzo X Pamphili (1644-1655) e da Alessandro VII Chigi (1655-67), già con gli anni 60 del Seicento si parla di Tardo Barocco, anche se il Barocco si protrae per tutto il Seicento fino a sfumare nel Settecento con il Rococò.

I protagonisti del Barocco sono messi a cassetta da Pietro da Cortona (Pietro Berrettini, Cortona Arezzo 1596 – 1669 Roma), Andrea Pozzo (Trento 1642- 1709 Vienna), Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia (Genova 1639 – 1709 Roma), oltreché naturalmente Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – 1680 Roma) architetto, scultore e anche eccellente pittore. Il segreto di questi barocchi è lo “spazio infinito”, nettamente distinguibile da quello del secolo XVI, perché dinamico anziché definito come scorcio di una rappresentazione più ampia.

Pietro da Cortona, 1643, Romolo e Remo tra le braccia di Faustolo, olio su tela, dim. 2,51 x 2,65 m, Parigi, Museo del Louvre

Lo spazio barocco è plurale, multiplo, permette all’osservatore dell’opera pittorica più momenti, più spazi da guardare; la narrazione in un’opera barocca è complessiva pur mantenendo il carattere aoristico di evento, è formata dall’apposizione di numerevoli scene, apponibili solo per eccellenza di maestria negli studi prospettici e per convenzione con l’osservatore che diventa spettatore.

Il Barocco porta il teatro in pittura e riesce grazie alla nuova percezione dell’individuo, e alla insolita quantità di tempo che ci si può concedere osservando. Il cambiamento si può intuire più che descrivere, come d’altronde gli altri avvenuti nella storia dell’arte, mutamenti che segnano il volgere figurativo che noi percepiamo.

written by /scritto da Elettra Nicodemi

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