
Immagini simili a prodigi
Gaetano Previati, pittore lui stesso, stila le massime del Divisionismo all’inizio del ‘900, quando la corrente è nata da qualche decennio.
Vittore Gruicy de Dragon dice che con il genere di pittura divisionista si arriva a rappresentare la luce e per questo a creare immagini simili a prodigi.
Tra le file dei divisionisti Giuseppe Pellizza da Volpedo, vicino ai temi sociali e specialmente politici ; Segantini invece è pittore della natura; si dedica alla difficilissima riproduzione della montagna, soggetto a cui Segantini è votato.
Giuseppe Pellizza da Volpedo
Giuseppe pellizza da Volpedo nato in Piemonte per la precisione a Volpedo in provincia di Alessandria nel 1968, è un pittore molto produttivo che ha avuto diversi periodi artistici, in particolare è rilevante la sua continua ricerca di interlocutori artisti, in altre parole per ritrarre in maniera adeguata questo sensibilissimo artista italiano dobbiamo dimenticare l’artista solitario che resta affacciato alla finestra di casa per dipingere il paesaggio, Giuseppe è sempre in cerca di confronto e di amicizia e il grande lavoro di ricerca che lui compie, rende davvero molto alle sue tele, pronto a impacchettare le sue cose e cambiare aria ogni qualvolta non si sente più abbastanza stimolato, cambia diverse volte circolo artistico e compagnia, questo, ovvero il non appiattirsi ad una realta artistica, ma il continuare a perseguire la sua strada, coerentemente ma con sé stesso, gli farà fare molta strada, e gli darà per esempio nel corso della sua attività che vedremo più nel dettaglio di seguito, la grande opportunità di lavorare con uno dei più grandi dei suoi contemporanei, mi riferisco al pittore macchiaiolo Giovanni Fattori di cui potete approfondire nell’articolo che tratta delle città e dei poli artistici di metà Ottocento in cui gli viene dedicata una parte in modo esclusivo.
Ancora oggi la fama dei quadri di Pellizza da Volpedo precede la sua stessa fama personale, per spiegarmi penso al celeberrimo quadro Il quarto Stato che tutti gli insiders avranno visto almeno una volta, perché preso a immagine di questioni sociali anche nel corso nel XX secolo e vi chiedo, dei tanti che hanno visto questo quadro prima d’ora, quanti sapevano che è un Pellizza da Volpedo?
Giovanni Segantini

Giovanni Segantini dipinge per passione pura e semplice; fa della sua pittura una missione, vi dedica anima e corpo e riesce a soffermarsi sulla inafferrabilità dei soggetti; usa la tecnica olio su tela, appone i colori in purezza, senza mescolare, la fusione di colori divisi avviene nella retina dello spettatore, per effetto ottico; alla stanga invece mostra una vallata dal basso, al fondo, in lontananza, i monti.
Alle prese con il disegno di paesaggi naturalistici, di solito la firma del pittore cade su riproduzioni da cartolina, il nono decennio dell’Ottocento invece ha esigenza di mostrare la natura e contemporaneamente di esaltare il colore di cui si ha maturata larga esperienza.
Colte in uno spaccato di luce, in primo piano, le mucche riposano, una catena serrata, inframmezzata da donne intente alla pastorizia.
La componente simbolica si rafforza nelle ultime opere del trentino; la tecnica divisionista per Segantini non è programmatica, per lui è mezzo per esprimere le sue visioni.
Giovanni Segantini nasce ad Arco (Trento) nel 1858, si trasferisce a Milano dove soggiorna dal 1877 al 1881, si reca poi in Brianza dove dipinge Alla stanga e nel 1886, si sposta nel Cantone svizzero dei Grigioni, dove resta fino 1894. Si muove ancora, poco lontano, presso il valico di Maloja a 1815 metri.
Muore in una baia dello Schaftberg a tremila metri di altezza, colto da un attacco di peritonite, non riceve cure; è il 1899 e la baita è avvolta da una tormenta.
Articolo in aggiornamento.
di Elettra Nicodemi
Categorie:Storia dell'Arte
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