Storia dell'Arte

The National Marc Chagall and the Marc Chagall story

Il National Marc Chagall e la storia di Marc Chagall

Creato dalla volontà Marc Chagall sul suo lavoro biblico; un artista di cui l’arte e la vita hanno un filo unico,

Marc Chagall, L'Eden, Genesi 1,26
Marc Chagall, L’Eden, Genesi 1,26

Il museo nazionale Marc Chagall fu creato per accasare le opere di Marc Chagall (1887-1985); esigenza sentita in prima battuta nel 1969 da André Malraux all’epoca alla guida del Ministero della Cultura francese.

La buona intuizione di disporre la fondazione di questo museo è seguita alla donazione del pittore naturalizzato francese della collezione sul tema biblico: i dipinti ispirati al messaggio biblico furono infatti donati allo Stato Francese.

Così considerato il caso, in vista della realizzazione del museo, la città di Nizza diede a disposizione un vasto appezzamento di terra dove si trovavano le rovine di una villa abbandonata sin dall’inizio del secolo.

Il progetto del museo fu seguito dal pittore in persona il quale chiese per la realizzazione di un auditorium e ciò fu accordato.

Il museo, inaugurato nel 1973 alla presenza dello stesso Marc Chagall e di  Maurice Druon allora in carica per il Ministero, costituisce la più vasta collezione pubblica Marc Chagall.

Organizzata sulla serie di lavori prodotti dal pittore sui temi del Vecchio Testamento, ha in aggiunta un buon numero di opere di ispirazione secolare o religiosa: oltre 400 dipinti, bozze, disegni e pastelli; molte opere sono state aggiunte alla collezione negli anni successivi anche grazie all’interessamento di Marc Chagall in persona, rendendolo “unico nel suo genere” e attestandolo il museo nizzardo come punto di riferimento per l’universo chagalliano.

Il museo, in passato noto con il nome di Museo del Messaggio Biblico, dal 2005 ha preso il nome di Musée national Marc Chagall.

Stando alla disposizione che conosciamo dovrebbe offrire ai visitatori una prima sala contenente dodici dipinti di grosse dimensioni, illustranti i primi due libri del Vecchio Testamento, ossia Genesi e Esodo.

In una seconda stanza, più piccola e esagonale, ci sarebbero cinque composizioni ancora sul tema testamentario.

Museo attualmente chiuso causa misure di contenimento del contagio da covid-19

Per le note tecniche segnaliamo le audio guide, sono disponibili in lingua francese, inglese, tedesca, italiana, russa, giapponese, cinese e l’ingresso libero, per tutti durante la prima domenica di ogni mese, di solito per i cittadini degli stati membri della comunità europea al di sotto dei 26 anni. Infine l’indirizzo: Musée national Marc Chagall, Avenue du Docteur Ménard, 06000 Nice, FR.

Gli orari di apertura: 10,00-18,00 (fino alle 17,00 da novembre ad aprile), giorno di chiusura è il martedì. A margine il museo in passato è rimasto chiuso temporaneamente dal 22 settembre 2015 al 1°gennaio 2016.

Un segmento su Marc Chagall

Lo stile “fresco e infantile” di Chagall lo mette in netta separazione rispetto alla scuola dove ha studiato a San Pietroburgo la “Accademia Russa Di Belle Arti” e in deciso contrasto con l’ideologia politica in quel periodo al potere, in altre parole Marc Chagall non è conforme al “suprematismo”.

Elettra Nicodemi

Vorrei dare un quadro più preciso tanto per farvi capire da dove inizio a raccontare questa storia, la storia di Marc Chagall.

Siamo nel 1920, in Russia, per la precisione a San Pietroburgo e per essere più precisi, Vitebsk, è la regione di cui March Chagall è commissario dell’arte.

La nomina a Commissario dell’arte per la regione di Vitebsk è arrivata direttamente dal ministro sovietico per la cultura, Mr. Lunačarskij.

Marc Chagall è una persona importante, se dire che è una personalità è un pochino troppo stiracchiato, si potrebbe dire che è una persona piuttosto nota nel campo della cultura; durante la rivoluzione russa ha partecipato lavorando presso il Ministero della Guerra in sostituzione del servizio militare.

Inoltre è uno che ha viaggiato, è stato nella ville lumière, ha fatto una mostra a Berlino, e al momento, nel momento in cui ci troviamo adesso in questa storia quando Chagall è commissario per l’arte, ha da poco fondato la “Libera Accademia di Arte” e attraverso il suo canale porta avanti il suo messaggio, lo stesso che ha trovato a Parigi dove si è recato nel 1910, cacciato perché è un ebreo russo e, per chi non lo sapesse, gli ebrei purtroppo già in quel periodo non potevano stare a San Pietroburgo se non con un permesso speciale e comunque per un breve periodo.

Il messaggio di Chagall è semplice, chiaro, univoco, è quello di portare avanti la propria arte, qualunque essa sia, bisogna mostrare liberamente il proprio spirito artistico.

E questo era quello che lui, grazie al cielo, era riuscito a fare in Francia, nel viaggio iniziato nel 1910.

Come dice un vecchio saggio, le persone simili si trovano e lui aveva trovato Montparnasse così come Montparnasse aveva trovato lui, March Chagall, nato a Lëzna presso Vitebsk, dove si parla yiddish, quando ancora era il xix secolo.

Ne incontrò di persone Marc Chagall, prima del periodo da cui questa storia inizia, il 1920 e di certo anche dopo.

Quando lavorava al Ministero della Guerra, conobbe Boris Pasternak, lo scrittore del libro Dottor Zivago, poi  Esenin e Majakovskij, le cui poesie meritano di essere lette almeno una volta per poter dire di aver vissuto.

In altre parole alcuni tra gli scrittori di romanzi e di poesie che ancora oggi mostrano la Russia a tutto il mondo.

E a Parigi nel viaggio del 1910 fece amicizia con Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay, Fernand Léger e Eugeniusz Zak, persone con cui condivideva la ricerca che portava avanti con il suo entusiasmo artistico, la ricerca delle cose invisibili, di tutto ciò che si può sentire, ma non provare con delle “prove”, di ciò che si può percepire, ma non spiegare.

E forse è uno degli amici francesi a descrivere la sua pittura in modo azzeccato, cioè con una definizione che stranamente non è affatto limitante e allo stesso tempo andrà bene per tutti gli Chagall che io abbia visto, Guillaume Apollinaire definisce la pittura di Chagall soprannaturale. Altri diranno dei suoi quadri che sono onirici, io mi sento di dire che i colori di Chagall non li ho mai visti altrove, nient’altro.

Qualunque cosa ne capite voi, sono proprio i colori che va a chiedere a San Pietroburgo, ne ha bisogno per la sua Libera Accademia di Arte, così come ha bisogno di pane e di denaro ed è al suo ritorno che si trova messo per strada.

Il governo gli ha requisito la Accademia e ne ha fatto una scuola di suprematismo, in linea con l’ideologia del governo, in linea con le operazione populiste sempre più pressanti, totalitariste, soffocanti, stupide, ingiuste, incredibilmente stupide da pensare che l’arte si possa mettere da parte, si possa mettere a tacere, così stupide da credere di poter insegnare qual’è il giusto modo di fare arte; tanto idiote da ritenere possibile di spazzare via gli ultimi 500 anni di filosofia e far tornare gli artisti ad essere artigiani.

Così, Marc Chagall come tutti quelli che si trovano a passare ingiustamente un brutto quarto d’ora a causa di potenti o prepotenti se ne va a Mosca con Bella Rosenfeld la donna che ha sposato cinque anni prima e con Ida, la loro figlia di appena quattro anni.

Poi, quando arriva il momento buono, quando la finestra si apre -e quella finestra si apre nel 1923- lascia la Russia, la sua metà è Parigi.

Forse anche lui aveva sentito quel vecchio adagio della letteratura che recita “Eroi? Che muoiano gli eroi”, così quando la finestra sulla via della libertà arrivò per mano di un ambasciatore della Lituania, Chagall di nuovo lascia la Russia, ed è il 1923.

Prima tappa, prima di arrivare in Francia: Berlino.

Là soggiorna per breve tempo e in modo sofferto; la prima guerra mondiale ha lasciato un segno indelebile, i suoi quadri quelli che aveva lasciato nella capitale tedesca durante il viaggio di ritorno dal primo periodo a Parigi, non sono da nessuna parte; bisogna darli per persi o distrutti, ed è terribile.

La storia è ancora lunga prima di arrivare a riprendere il filo dei fatti da dove li abbiamo lasciati,  quando si parlava più sopra dell’inaugurazione del museo a lui dedicato dalla Francia, nella città di Nizza.

Sono sicura che ci sarà occasione per parlarne un’altra volta, di tutta questa storia che sta nel mezzo, così come sono sicura che Marc Chagall non si scordò mai della gioia provata prima di sposare Bella e prima che la guerra iniziasse, la gioia nell’incontrare di nuovo i suoi genitori quando fu di ritorno dal primo viaggio a Parigi, perché loro gli avevano lasciato seguire i suoi sogni e i suoi sogni erano veri come uomini.


Mostre su Chagall passate e in corso

Tra le mostre su Chagall passate e in corso, Inside The Staircase in precedenza ha seguito quella a Palazzo Mazzetti (Asti, Italia) intitolata Marc Chagall, Colore e Magia e segnala Sulla terra degli dei. Marc Chagall e il mondo greco presso il Musée National Marc Chagall,

Marc Chagall, Colore e Magia

La mostra era stata aperta a partire da giovedì 27 settembre 2018, aperta fino al 3 febbraio 2019, salvo proroghe non pervenuteci, e constava di una selezione di 150 opere su un percorso espositivo attento alla cronologia e ai grandi temi dell’artista.

L’amore, la guerra, la religione sono stati alcuni dei temi trattati nelle tre sezioni realizzate nell’ottica di riconoscere l’universo Chagall.

La mostra è stata realizzata dalla Fondazione Asti Musei Palazzo Mazzetti, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e dalla Regione Piemonte, con la collaborazione di Arthemisia e il patrocinio del Comune di Asti,

Sulla terra degli dei. Marc Chagall e il mondo greco

Al momento è allestita a cura di Anne Dopffer e di Jean-Baptiste Delorme, Sulla terra degli dei.

Marc Chagall e il mondo greco che comprende una serie esposta solo di rado, si tratta delle opere realizzate a seguito dei viaggi in Grecia (nel 1952 e nel 1954) dell’artista, da cui scaturirono numerosi progetti e che stringono il rapporto di Marc con la letteratura greca antica. In esposizione tra le altre cose anche i libri illustrati, il mosaico  monumentale per la Facoltà di Giurisprundenza di Nizza, le scenografie e i costumi del balletto Dafni e Cloe per l’Opéra.

Il maestro di Vence si appropriò di questi classici della cultura mediterranea come ad esempio i poemi omerici, realizzando le opere ora esposte a Nizza.

Schirn presenta Chagall, mondo in tumulto

La mostra su Marc Chagall in corso dal 4 novembre 2022 al 20 febbraio 2023 presso il museo di Francoforte Schirn sembra essere davvero unica e a mio avviso assolutamente interessante, infatti traccia un periodo creativo dell’artista molto poco noto, quello che va dagli anni ’30 agli ’40 del Novecento.

In quel perido possiamo vedere lo scurirsi della sua tavolozza di colori, i cambiamenti che si possono leggere nel corso della decade sono riflessi nelle tele dell’artista.

Chagall nel 1941 si trasferì negli Stati Uniti, prima di arrivare a quel passo, questo è il periodo raccontato dalla mostra del museo francofortese, e come suggerisce lo scritto ufficiale di presentazione, la crescente sensazione di oppressione, insieme con l’accrescersi dell’aggressività dell’antisemitismo diventa evidente e via via palpabile non solo nella società in cui Marc, il Pinturicchio del modernismo, è inserito, ma anche nei suoi quadri, il dolore per questa forma latente e evidente e cruenta di violenza, sono sicura che appaia in vari modi nelle tele del dolce bielorusso.

Manca circa un anno all’apertura della mostra, eppure già non vedo l’ora di vedere i 100 quadri promessi in esposizione .


Su Montparnasse ho scritto anche Amedeo +100, l’anniversario è di tutta Livorno

Su March Chagall ho scritto anche Gli Indipendenti di Parigi (o l’école parisienne)

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by Elettra Nicodemi

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